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Ferragni, Fedez e Renzi, chi ci guadagna nello scontro social sul ddl Zan

Content Starts Fedez, Ferragni e Renzi, chi ci guadagna nello scontro social sul ddl Zan?

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Chiara Ferragni non è più una semplice influencer: oggi sta costruendo il suo posizionamento come imprenditrice e madre, sfruttando la dinamica di squadra in cui lei è portavoce del messaggio e suo marito gestisce il dibattito. Fedez, da guardiano della famiglia, trasforma l’immagine del rapper sovversivo che attacca il sistema, svelandone presunte fragilità e contraddizioni, in quella dell’opinion leader che sposa le battaglie in cui crede per cambiare il sistema. D’altronde, superati i 30 anni, è ragionevole (e auspicabile) che l’impegno, gli interessi e l’approccio di entrambi siano maturati rispetto a quando sono diventati famosi.

Chi ne esce sconfitto è Renzi, che ha colto al volo un’occasione per finire al centro del dibattito, ma che non riesce a competere nel territorio naturale dei Ferragnez. Avrebbe dovuto rispondere come a un qualsiasi cittadino e non come ad un leader politico, evitando gli slogan e provando a portare avanti l’agenda per proprio conto. Ma la tentazione di un confronto sotto ai riflettori con la coppia Ferragni / Fedez dieci volte più visibile di lui era troppo forte.

Attaccare un nemico sui social partecipando ad un duello pubblico è una strategia che funziona e questa vicenda lo conferma: riesce a generare un’enorme visibilità per entrambe le parti dello scontro, portando gli utenti a schierarsi, ma soprattutto serve ad amplificare l’argomento di discussione. Sono infatti esplose le ricerche Google legate al ddl Zan e al suo iter legislativo, ma anche – piccola curiosità – quelle su “cosa significa qualunquista”. Un contributo, dunque, alla divulgazione su un tema importante come quello dei diritti e alla comprensione lessicale degli italiani.

Tuttavia, resta da entrambe le parti il dovere di misurare quello che si dice, sia nel proprio interesse che per una responsabilità civica. Non si può generalizzare su argomenti così complessi, così come non ci si può più permettere di delegittimare e sminuire il ruolo di influencer e opinion leader digitali. Perché di digitale c’è soltanto il palcoscenico su cui si esprimono, mentre dietro ci sono personaggi reali ed è reale il loro impatto sul dibattito pubblico e sulle scelte delle persone.

Ne ho parlato in un’intervista per il Corriere della Sera, analizzando chi ci guadagna, chi ci perde e soprattutto perché.

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